Ritratto in questa foto è il sergente Giovanni Iannaccone, di Edoardo e di Anna Jacobone, nato a Napoli il 7 febbraio 1912. Fu richiamato alle armi nella primavera 1942 e associato alla 2ª compagnia Deposito dell’88° Reggimento di Fanteria ‘Friuli’ a Livorno. Inviato a Riva del Garda al Centro addestramento, 2ª compagnia mortai da 81 del 277° reggimento di fanteria della 156° divisione ‘Vicenza’, il 30 giugno fu trasferito a Brescia, dove aveva sede il comando di Divisione e del 277°, quindi al campo a Chiari. Il 5 ottobre 1942 partì per il fronte russo. Cadde prigioniero tra il 25 e il 28 gennaio 1943 a Waluiki, durante la ritirata dal fiume Don. Rinchiuso nel campo di concentramento numero 56 di Uciostoje, fu ucciso dal tifo petecchiale il 22 marzo 1943 e il suo corpo finì in una fossa comune. Fin che gli fu possibile, quasi ogni giorno, scrisse alla moglie Amalia Monzoni a Montese di Modena. L’ultima lettera arrivata è del 7 gennaio 1943.
Stralci delle sue lettere sono pubblicate nel libro ‘Tornerò’, Il Trebbo, Montese, 2019.