di MOSE'
277° Reggimento - II Battaglione - 8ᵃ Compagnia
nato a Fontanellato – Parma 17.7.1914
Disperso il 31.1.1943 in Località' non nota
Mio nonno era un contadino della Bassa Parmense. Era già piuttosto "anziano" quando è stato chiamato in guerra. Mia nonna Luigina non aveva ancora 19 anni quando si sposò con mio nonno, più vecchio di lei di 9 anni. Era la primavera del 1942.
Era già incinta e mia madre nacque il 23 ottobre dello stesso anno.
Erano molto innamorati e felicissimi di avere presto una figlia. Mio nonno, soprattutto, voleva una famiglia numerosa...
Nel settembre del 1942 tuttavia, pur non avendo esperienze specifiche nel campo militare, venne chiamato con la Divisione Vicenza e partì per la Russia. Un contadino con in mano un fucile...nessun addestramento specifico, nessuna cognizione di guerra...
Ricevette comunicazione della nascita di mia madre e fu felicissimo...ma non la vide mai. A gennaio 1943 mandò l'ultima comunicazione da cui si apprese che era stato inviato al fronte.
Dalle ricerche da me svolte negli ultimi anni ho appreso che risulta scomparso nella zona di Nikolevka Varvarovka. Mia nonna conservò per molti anni le lettere ricevute da mio nonno, poi un giorno le buttò quasi tutte perché le ricordavano lui e ogni volta che apriva il cassetto e le vedeva provava dolore.
Ne rimasero solo alcuni brandelli e pezzi di una lettera ricevuta da un altro militare che diceva di avere conosciuto mio nonno in prigionia. Disse che morì in prigionia e che dovettero tagliargli una gamba o un piede...
Mia nonna non accettò mai l'equazione "disperso"= "morto". Per tutta la sua vita dentro di sé non accettò veramente mai questa idea.
Visse sempre con grande forza e si diede da fare in ogni modo e con ogni lavoro per dar da mangiare e fare studiare mia madre. Patirono la fame e il freddo, mia madre dovette passare gli anni delle superiori in collegio dalle suore perché mia nonna lavorava in un sanatorio a Roma per mantenerla. Mia nonna covò sempre un profondo risentimento verso il "Governo", qualunque cosa centrasse con lo Stato le faceva montare una grande rabbia.
La mancanza fisica di mio nonno segnò profondamente la loro vita. Pianti, rancore, rabbia e infine depressione che colpì mia nonna e che costituì la base per la degenerazione cognitiva che la colpì neanche ottantenne. Mia madre si sentì in colpa per le sofferenze di mia nonna, quasi fosse sua la colpa di tutto questo dolore e fatica, degli stenti e delle privazioni.
Anche mia madre soffrì enormemente per l'assenza del padre e anche mia madre è stata colpita da precoce depressione ora degenerata in disturbi cognitivi.
Per esplicita diagnosi medica si riconduce gran parte dei disturbi cognitivi sia di mia nonna che di mia mamma alla depressione.
Io ricordo da piccola di avere sempre pregato tutte le sere insieme a mia nonna (che abitava con noi), prima di andare a letto, per tutti i defunti della famiglia, in particolare per il nonno Renzo. Siamo sempre andate anche al cimitero, a portare fiori sulla lapide commemorativa dei dispersi in Russia
Ho imparato ad amare questo nonno tramite i brevi racconti di mia nonna, le preghiere e l'amore che lo circondava anche se non fisicamente presente.
La sua assenza ha pesato moltissimo nella nostra famiglia.
Alberta