Fante Vincenzo CAPRIGLIA

di Ciro e Maria Errico

277° Reggimento – III Battaglione – Compagnia Comando

nato a Napoli  il 16.2.1922

Disperso dal 31.12.1942 (il verbale di irreperibilità riporta Terza decade di gennaio) in località non nota




Mi sono imbattuto nel vostro sito durante alcune ricerche e non ho potuto fare a meno di "fare un giro". Complimenti per quello che fate.
Mi chiamo Marco Capriglio e nella vita sono un docente di sostegno. Nel tempo libero scrivo per theWise Magazine, un mensile online del quale sono vicepresidente. 
Questo preambolo per dirvi che lo zio di mio padre è un disperso in Russia della Divisione Vicenza.
Per il settimanale ho scritto due righe, di getto, basandomi sui suoi dati, e ve lo lascio perché possiate pubblicarle nel vostro sito:


Vincenzo Capriglia, il soldato Vincenzo Capriglia – matricola 62904 del Distretto Militare di Napoli, è nato nella capitale partenopea il 16 febbraio 1922. Di lui non si sa molto, sono rimaste un paio di foto ingiallite, non una lettera, non un oggetto, non una testimonianza più o meno diretta.

Figlio di Ciro e Maria Errico, aveva altri quattro fratelli e una sorella, Antonio, Salvatore, Giuseppe, Annunziata e Ciro, il più giovane, il padre di mio padre. Erano tutti molto più giovani di lui. In famiglia mi dicono che il nonno nominasse spesso il fratello disperso, ma nessuno di noi aveva ancora cortezza del fatto che esistessero enti preposti al ricordo dei militari caduti o dispersi, in particolare quelli della Campagna di Russia. Tanto più che il nonno è venuto a mancare che avevo sei anni, senza possibilità di poterlo interrogare su quel poco che potesse sapere, e gli altri parenti sono sparpagliati per l’Italia, senza grandissimi contatti.

Intanto, negli anni, il nostro cognome ha cambiato la lettera finale per un errore di trascrizione da parte dell’anagrafe e la famiglia di mio padre si è trasferita al nord, in provincia di Modena. Casualmente ci siamo interessati e siamo venuti in possesso del verbale di irreperibilità e del ruolo matricolare. Le informazioni, sempre caramente apprezzate, non sono però tante. Oltre all’indirizzo e al nome dei genitori di Vincenzo, dai documenti si legge che aveva la quinta elementare ed era un vetraio. Tutto quello che manca, le vicende belliche in senso stretto, può in un certo senso essere ritrovato nelle parole del capitano Gabriele Ghirardini nel suo “Morire giorno per giorno”.

Unica notizia, datata 4 febbraio 1942: “Partito per la Russia. Tale in territorio dichiarato in istato di guerra. Tale al 277° Reggimento di Fanteria”. SI passa direttamente al dicembre dello stesso anno: “Disperso nel fatto d’armi della Russia”.

Vincenzo era lì, insieme ai sui commilitoni, nel III Battaglione Compagnia Comando del 277° Reggimento Fanteria. Nel ripiegamento dal fronte, erano nella stessa colonna degli Alpini della Cuneense, denominata Colonna “Manfredi”. Il III/ 277° troverà la sua triste fine a Popowka (Поповка), nella notte tra il 19 e il 20 gennaio 1943. I pochi superstiti avrebbero seguito la stessa sorte di prigionia toccata al capitano Gherardini. I Caduti della Città di Napoli della Divisione Vicenza sono stati 277, incomprensibile ironia del destino: è la seconda città italiana che ha pagato di più, seconda solo a Bergamo che conta ne conta 283.

Queste righe sono state scritte di getto, qualche mese fa, quando, dopo aver preso visione dei documenti, ho avuto modo di pensare e riflettere a proposito della condizione di quei ragazzi. Tantissimi, quasi tutti, erano molto più giovani o poco più grandi di me. L’unico vero intento è quello di tenere viva la memoria di persone, sia militari che civili, che per una guerra insensata hanno perso la vita e gli affetti più cari. Insensata come del resto lo è ogni conflitto che il genere umano ha conosciuto e, purtroppo, sta conoscendo e conoscerà.


Sono morto che avevo vent’anni. Quasi ventuno, per essere precisi.

Sono morto e di me è rimasto un foglio. Verbale di irreperibilità. Fanno seguito alcuni numeri. “Nato il 16 febbraio 1922 – recita il foglio – in data imprecisata, nella terza decade del mese di gennaio del 1943 risulta disperso”. Non sono visto tra i vivi, non sono riconosciuto tra i morti. Eppure da qualche parte ci sono.

Sono morto con un foglio consegnato alla mia famiglia, riportava la data dell’8 maggio. Erano trascorsi tre mesi dalla data della segnalazione della mia scomparsa. Dicevano di avermi cercato con “indagini esperite in ogni campo e sotto ogni forma”, ma non mi hanno trovato.

Sono tecnicamente disperso, ma da ora sono morto. Come si può pensare di sopravvivere all’inverno russo? Quindi sì, sono morto.

Sono morto e non ho una tomba. Non che una tomba mi cambi qualcosa, proprio no. Nemmeno voglio una lapide di marmo che mi erga a eroe. Avrei voluto solo un luogo per far posare un fiore ai miei cari. Non per me, ma per loro. Io non ci sono più, loro sì. E sarebbe stato giusto che loro, da vivi, si fossero sentiti meglio, anche solo venendomi a trovare.

Sono morto perché sono partito a ottobre. Mi hanno chiamato alle armi e mi hanno arruolato nell’8ª Armata: ARMIR – Armata Italiana in Russia. Un semplice fante, effettivo al 277° Reggimento Fanteria della Divisione “Vicenza”. Le casualità della vita, è simile al mio nome!

Sono morto sperando in un 1943 migliore.

Sono morto in terra di Russia, in seguito agli eventi bellici avvenuti sul fronte prientale tra le località di Scheljakino, Warwarowka e Nikolajewka. Proprio a Nikolajewka, nei giorni della mia dipartita, si è tenuta una battaglia. Verrà ricordata per il grande sacrificio dei commilitoni Alpini.

E di me, qualcuno si ricorderà?

Sono morto, ma non ero da solo. Riporteranno a casa circa undicimila resti dei miei compagni, tra cui forse anche i miei. I miei compagni sono stati consegnati alle famiglie. Dico i miei compagni, perché alla mia famiglia non hanno detto nulla. Se mi hanno trovato, non mi hanno riconosciuto. La mia ultima speranza è quella di riposare nel Sacrario Militare di Cargnacco a Udine. Tra le migliaia di Ignoti, forse ci sono anche io.

Sono morto e non so cosa stia succedendo a casa mia. Cosa dicono che facciamo qui? Cosa dicono dei tanti che pagano con la vita?

Sono morto e forse ispirerò qualche poeta che racconterà di noi, dei nostri anni perduti, dei nostri desideri, delle nostre paure. Ho vissuto i miei vent’anni in trincea, al freddo. Talmente freddo che neanche i ratti ci facevano compagnia.

Sono morto senza un’ultima notte d’amore, non doveva finire così. O forse sì. In un’altra vita incontrerò la mia famiglia, tutti i miei amici, magari anche lei.

Sono morto lasciando agli altri un futuro migliore, almeno così ci dicono. Ho visto quello che è stato. Non vedrò quello che sarà. Spero sia così.

Sono morto come invasore di una terra straniera, senza sapere il perché sono stato inviato in Russia a combattere una guerra che non era mia. Non vorrei fregiarmi di questo titolo, quello di invasore.

Non poteva essere la mia guerra, non poteva essere la nostra. La guerra ha motivazioni alte, grandi e lontane, che noi, chiamati alle armi da una vita tutto sommato normale, non possiamo capire.

E siamo noi che moriamo per primi.

Sono morto che avevo vent’anni. Quasi ventuno, per essere precisi.

 Marco Capriglio per www.divisionevicenza.it

https://www.wisemag.it/2023/06/10/ballata-fante-vincenzo/


NOTE DEL COMITATO DIVISIONE VICENZA

Inizialmente il III Battaglione del 277° Reggimento venne costituito a Cervignano del Friuli (UD) e vi rimase fino al marzo 1942 per venir trasferito a Bescia fino alla partenza per il Fronte Orientale alla fine del mese di settembre. La Compagnia Comando del Battaglione aveva un    un organico di 324 uomini di cui 15 Ufficiali e 309 Sottufficiali, Graduati e soldati di truppa.  Al seguito 20 muli e 3 cavalli.

Dopo l’arrivo in Ucraina ed una breve sosta a Kupiansk - Куп'янськ, la Compagnia viene trasferita nella località di Rubershnaja - Рубіжне –  Tristemente nota la data del 24 novembre 1942 allorchè  la 9ᵃ Compagnia del III Battaglione del 277° Reggimento impegnata in ricognizione nella zona tra Isium e Starobelsk a Gujana Balka cadde in una imboscata da parte di unità partigiane russe. Lo scontro costò alla 9ᵃ Compagnia 19 morti accertati, tra i quali il Comandante di Compagnia e due subalterni.

La Compagnia Comando del Battaglione rimane a Rubershnaja fino alla fine del mese di novembre.

Con l’inserimento della Divisione di Fanteria Vicenza nel Corpo d’ Armata Alpino, anche la Compagnia viene trasferita in territorio russo per prendere posizione   sulla strada Lenina (Put Lenina) circa a 20 Chilometri a nord di Rossoš’.

A seguito dell’operazione militare Sovietica  “Piccolo Saturno” (Операция Малый Сатурн  -  Operacija Malyj Saturn)  la Compagnia assieme al III Battaglione del 277° Reggimento viene assegnata alla Divisione Cuneense  e destinata al fronte in 2° scaglione in località Topilo  (al posto del Btg. Alpino Pieve di Teco).  

Successivamente all’ordine di ripiegamento del 17 gennaio, il Battaglione a disposizione del Comando della Cuneense come battaglione di retroguardia deve raggiungere Popowka - Поповка ove il 19 gennaio alle ore 24.00  venne sopraffatto dalla fanteria russa e da partigiani locali.

Solo il Capitano  Gherardini, Comandante del Battaglione, e pochi soldati riuscirono a salvarsi e  raggiungere il 2° Alpini per poi ricongiungersi successivamente con il resto della Divisione Vicenza  

Della Compagnia Comando si conoscono i nomi di 2 dei 15 Ufficiali, il Tenente Bruno Giovannini Comandante Plotone Collegamenti ed il Sottotenente. Raffaele Sodano Comandante del Plotone Comando i quali assieme al Comandate di Battaglione 1°Capitano Gabriele Gherardini al seguito del Comando della Divisione Vicenza vennero catturati a Valuikj – Валуйки tra il 26 e 27 gennaio 1943. Il destino del Fante Vincenzo CAPRIGLIA probabilmente si compie tra il 17 ed il 27 gennaio 1943, da Topilo a Valuikj. In questo tragitto scomparve per sempre, forse catturato assieme ad i suoi ufficiali.

III / 277°

1°Cap. S.p.e. poi Magg. Gabriele GHERARDINI  (da Cremona - Milano)

III/277° Rgt.Comandante III Btg. dal 24.12.1942  

Catturato a Valujki – Валуйки, il 27.1.1943,

rientrato dalla prigionia, campi 74 di Oranki - Оранки e poi 160 di Susdal - Суздаль

MAVM* 1956

COMPAGNIA COMANDO III / 277°

Ten. Bruno GIOVANNINI  (nato a Parenzo – Pola e residente a Milano) - insegnante elementare 

III/277 Rgt. –  Compagnia Comando di Battaglione - Comandante Plotone Collegamenti -

Catturato il 27.1.1943 a Valujki - Валуйки , rientrato dalla prigionia, Campo 160 di Susdal - Суздаль

S.Ten. Cpl. Raffaele SODANO di Emilio e Francesca Giordano, cl.24.7.1921

(da Sant’Anastasia - Napoli)  - studente universitario

III/227° Rgt. -  Compagnia Comando di Battaglione - Comandante del Plotone Comando

Catturato il 27.1.1943 a Valujki - Валуйки , rientrato dalla prigionia, Campo 160 di Susdal - Суздаль


    156° Divisione Vicenza

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    156° Divisione Fanteria Vicenza